Hai trovato i tuoi primi clienti: e ora ?
Ci sono momenti in cui ti sembra di avercela fatta. Hai mosso i primi passi, hai detto quel “sì” importante, hai firmato il contratto che avevi sempre sognato. E ti senti finalmente visto, riconosciuto. È un sollievo, ma anche un fremito. Quella sensazione quasi fisica che ti attraversa quando intuisci che ciò che hai immaginato per tanto tempo sta diventando reale.
Ricordo ancora la prima volta che mi è successo. Arrivò una mail: breve, diretta, eppure piena di significato. Qualcuno mi stava pagando per ciò che amavo fare. Per un attimo, tutto sembrava possibile. Ma l’entusiasmo dei primi tempi può trasformarsi in insicurezza sottile. Quella vocina che ti sussurra: “E se non durasse?”, “E se fosse solo fortuna?”. È il momento in cui realizzi che passare dal “ci provo” al “devo renderlo sostenibile” non è solo un cambio di marcia. È un cambio di identità. E spesso fa più paura di quanto siamo disposti ad ammettere.

🌳 Il tuo business non è una strada dritta, è un albero
Sara, 28 anni, illustratrice gifted, conosce bene quella sensazione. Dopo anni in un piccolo studio grafico, la frustrazione di non potersi esprimere l’aveva spinta a mettersi in proprio. I primi mesi da freelance erano stati un’esplosione di possibilità. Ogni richiesta era un sì, ogni progetto un’opportunità. Ma con il tempo, il bisogno di “farcela” aveva preso il sopravvento: accettare tutto, abbassare i prezzi, moltiplicare il lavoro, fino a sentirsi travolta.
Con Sara abbiamo fatto un lavoro importante: aiutarla a vedere il suo business non come un sentiero obbligato, ma come un albero. Un sistema vivo, che cresce, si dirama, si rinforza. Ogni ramo rappresenta un cliente, un progetto, una collaborazione. Ma non tutti i rami vanno tenuti: alcuni vanno potati perché sottraggono energia, altri vanno curati perché sostengono la crescita. Troppi rami fanno crollare l’albero, troppo pochi lo rendono fragile.
La chiave? Selezionare. Sara ha imparato a scegliere consapevolmente: più tempo ai progetti che le accendevano l’entusiasmo, più attenzione ai lavori che garantivano una base economica solida. E soprattutto, spazio per respirare, per riflettere, per dire qualche “no” senza sentirsi in colpa.
Quando ha iniziato a “potare”, l’albero non si è impoverito: ha trovato una nuova leggerezza. Ogni ramo rimasto era parte di un disegno più forte, più armonioso. E finalmente, invece di rincorrere progetti come obblighi, ha ricominciato a viverli come scelte.

🍃 Trovare nuovi rami (aka clienti)
E se, invece, il problema fosse trovare nuovi rami? All’inizio di un’attività è naturale sentirsi grati verso chi ci ha dato fiducia. Ma questa gratitudine, se trattenuta troppo a lungo, può diventare un freno perchè possiamo cadere nella trappola di voler accontentare tutti, per non deludere nessuno. Questo crea uno stallo sottile ma insidioso.
Alcuni spunti per uscirne:
💸 Dì la verità senza paura: “Il prezzo che ti ho proposto all’inizio non è più sostenibile, considerando la mia crescita e il mercato attuale. Possiamo trovare un nuovo equilibrio?”. A volte basta negoziare: magari un compenso più alto o, se non è possibile, un impegno ridotto per mantenere la collaborazione.
👀 Esponiti senza timore: non aspettare di sentirti “pronto”. Lancia quella pagina Instagram, costruisci il sito che hai in mente da mesi, racconta il tuo lavoro anche in contesti informali. Se “networking” ti suona forzato, pensa a “condivisione”: la tua storia ha valore, e non puoi sapere chi potrebbe ascoltarla al momento giusto.
🗣️ Ascolta chi ti ha già scelto: non solo per vendere, ma per capire. Chiedi feedback, esplora i bisogni reali dei tuoi clienti. Non si tratta di inseguire il mercato, ma di riconoscere il valore autentico che già porti e imparare a mostrarlo con più consapevolezza.

🌱 In conclusione…
Costruire un business sostenibile non è solo questione di numeri. È un percorso vivo, imperfetto, fatto di scelte, aggiustamenti, pause. Proprio come un albero, che cresce a patto di essere curato e rispettato nei suoi tempi naturali.
Come disse Viktor Frankl:
“La felicità non può essere inseguita; deve sussistere.”
E forse vale anche per il successo: non è un traguardo da inseguire, ma qualcosa che accade quando cresciamo nella giusta direzione.
🌟 Appunti sparsi
- Non tutti i rami devono diventare rami maestri.
- Il primo “no” costa fatica solo perchè non l’hai mai fatto, per questo il secondo libera spazio.
- Se non riesci a vederti da fuori, chiedi a chi ti conosce davvero e non ha paura di essere sincero.
- Non tutto ciò che è nuovo è buono. Non tutto ciò che è antico è sbagliato.
- Il coraggio più difficile? Quello di essere stabili mentre si cresce.

Cose su cui mi sono concentrata questa settimana
Il modo in cui lavoro non dipende solo da competenze o strategie, ma dal tipo di relazione che costruisco ogni giorno con me stessa.
Se quella relazione è fondata sulla fatica, sull’urgenza di dimostrare qualcosa, sul bisogno di sentirmi sempre “pronta”, allora anche il mio lavoro ne risente. Diventa una rincorsa, non una crescita. Diventa un dovere, non una scelta.
Se invece la relazione è nutrita da fiducia, da rispetto per i miei tempi e da uno spazio di ascolto autentico, il lavoro cambia. Non perché diventa improvvisamente facile, ma perché non è più una misura del mio valore. Diventa un terreno in cui sperimentare, lasciare andare ciò che non serve, coltivare quello che può durare.
Mi sono accorta che ogni volta che rifletto su “che tipo di persona sto diventando mentre faccio questo percorso”, il mio lavoro si trasforma. Non cresce più solo in ampiezza, ma anche in profondità.
È una cosa piccola, invisibile a chi guarda da fuori. Ma fa tutta la differenza.e a chi guarda da fuori. Ma fa tutta la differenza.

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