Lumina n. 34

25 Mag 2025

Quando il cervello vuole tutto: scegliere senza perdersi

Negli ultimi giorni ho avuto la testa affollata. Non di pensieri disordinati, ma di possibilità. Percorsi che si aprono, progetti che mi incuriosiscono, strade che potrei intraprendere o lasciare lì. È un momento in cui tutto sembra potenzialmente utile, stimolante, urgente -eppure scegliere cosa mettere al centro è più difficile del previsto. Non per paura, ma perché ogni decisione porta con sé una rinuncia. E se sei una persona che pensa in diagonale, che connette tutto con tutto, allora sai che il vero problema non è avere troppe opzioni, ma riuscire a fermarti abbastanza da capire quale ti assomiglia di più, adesso.

Tante idee = tante possibilità = tante opportunità di sbagliare.

Eppure, la questione non è il rischio di sbagliare, ma la difficoltà di sostenere il peso delle alternative. Per molte persone con doppia eccezionalità, ogni scelta sembra un parziale tradimento di tutte le altre. Ogni strada intrapresa lascia indietro sentieri inesplorati, e il senso di possibilità si confonde con un senso di perdita. Questa è una condizione reale, non una debolezza: è il risultato di un cervello che funziona in modo ampio, iperconnesso, e che fatica ad accettare i limiti strutturali del tempo e delle energie.

🎢 La mente divergente e l’ansia di scegliere

Per chi è gifted e ADHD, decidere non è solo selezionare un’opzione tra le tante: è dover abbandonare temporaneamente interi micro-mondi. L’analisi delle alternative non si ferma al piano logico: coinvolge immaginazione, proiezioni, emozioni, memoria. Non sorprende che molti restino fermi, inchiodati in quella che appare come indecisione ma che è, in realtà, iper-processamento cognitivo.

👤 Franco: dal caos all’intenzione

Franco è arrivato in sessione con una sensazione precisa: sentiva di essere brillante, ma inefficace. Aveva costruito una carriera in ambito creativo, ma ogni nuovo stimolo lo portava a voler deviare rotta. Il problema non era la mancanza di idee, ma l’impossibilità di sostenerle tutte. Era stanco di iniziare e abbandonare a metà strada, entusiasta e frustrato al tempo stesso.

Nel nostro lavoro insieme, abbiamo agito prima di tutto per riconoscere il suo funzionamento, senza patologizzarlo. Abbiamo osservato il bisogno dopaminico che lo portava a cercare sempre nuovi progetti, ma anche la paura di fallire che lo faceva mollare prima che le cose prendessero forma.

Una strategia che ha funzionato è stata quella della traiettoria dominante: scegliere un progetto guida al trimestre, che orientasse gli altri. Questo non significava escludere il resto, ma creare un punto di gravità. A Fabio serviva una cornice, non un confine.

Abbiamo anche costruito una pratica settimanale di “integrazione progettuale“: ogni venerdì, rileggeva tutte le idee annotate durante la settimana e ne selezionava solo una da sviluppare nella settimana successiva. Il gesto di scegliere, ritualizzato, ha ridotto il carico cognitivo.

Ma la svolta è arrivata quando ha capito che il suo bisogno di varietà non era incompatibile con la continuità. Ha smesso di pensare in termini di “progetti chiusi” e ha iniziato a ragionare in moduli creativi: blocchi di idee interscambiabili, che potevano essere adattati a contesti diversi (workshop, corsi, contenuti, consulenze).

💡 Strategie divergenti per chi ha troppe idee

  1. Decidere è un gesto di cura, non un atto punitivo. Inizia a vedere ogni scelta come un atto di protezione verso le tue energie future.
  2. Crea un archivio delle idee non attuali. Non è detto che tu debba eliminarle: archiviare è diverso da rinunciare. Ogni mese, torna a guardarle con uno sguardo fresco.
  3. Dai alle tue giornate una struttura variabile. Prevedi blocchi di lavoro con focus differenziato, ma limita le transizioni. Per chi è ADHD, passare troppo spesso da un task all’altro può essere davvero estenuante.
  4. Designa un’idea guida al mese. Non deve essere definitiva, ma è la tua stella polare. Quando dubiti, chiediti: “Questo serve a quella direzione, oppure no?”
  5. Sviluppa un diario di risonanza. Ogni volta che un’idea ti accende, scrivi non solo cosa ti ha colpito, ma perché. Capirai molto di più di te nel tempo.

Cose che ho riconosciuto questa settimana

Che non è vero che sono incostante. È vero che quando qualcosa smette di somigliarmi, me ne accorgo in fretta.
Che a volte non mollo, semplicemente decido di non combattere quella battaglia.
Che avere molte idee non è il problema. Il problema è quando non mi concedo il tempo di prendermene cura.
Che certe cose non mi stancano. Mi svuotano. E non è la stessa cosa.
Che non devo sempre trasformare tutto in un progetto. E che questo non fa di me meno di qualcuno.

Lumina è la newsletter in cui ti racconto il mondo gifted dal punto di vista di chi gifted lo è e ha fatto della sua neurodivergenza uno strumento per aiutare altri gifted. Troverai storie ed esperienze, mie e delle persone che si affidano a me. Idee, suggerimenti, qualche strategia e molti fallimenti. Sentiti a casa, mettiti comodo e comoda, vuoi un caffè? Buona lettura!

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