Lumina n. 32

12 Mag 2025

Ti somiglia, o ti trattiene?

Maggio, con le sue giornate che si allungano e le sessioni d’esame che si avvicinano, è uno di quei mesi che sembrano chiedere chiarezza. Chiarezza su dove sei, su cosa vuoi, su che direzione prendere.

Che tu sia agli ultimi esami della triennale o in procinto di chiudere una magistrale che non senti più tua, che tu abbia da poco discusso la tesi o ti stia guardando intorno per capire come entrare nel mondo del lavoro, la sensazione è sempre la stessa: la pressione di dover sapere, scegliere, decidere tutto, subito e per sempre.

Per chi ha una mente ad alta intensità questo passaggio può essere ancora più complesso, perché non si tratta solo di trovare “un lavoro”: si tratta di trovare qualcosa che ti corrisponda, qualcosa che non spenga l’energia che hai dentro, che non ti costringa a ridurti per essere adatto, che non ti chieda di rinunciare a quelle parti di te che ancora non hanno trovato uno spazio.

E così ti ritrovi lì, con la testa piena di possibilità, ma con la paura che ogni scelta sia una rinuncia.
E se dicessi sì a questa proposta, e poi domani scoprissi che avrei potuto fare di più? E se scegliessi una strada che mi dà sicurezza, ma che finisse per togliermi ossigeno? E se restassi ferma troppo a lungo, e intanto il treno passasse?

Ma poi – e qui si apre un altro piano – ti chiedi: cosa significa davvero fare una scelta giusta? E quanto può essere “sbagliata” una strada che ti rispecchia, almeno per adesso?

🌟 Passione o carriera: è davvero una dicotomia?

Una delle immagini più ricorrenti è quella della scelta tra il “seguire il cuore” e il “restare con i piedi per terra”, come se il primo significasse vivere in perenne instabilità e il secondo dover spegnere ogni parte autentica di sé. Ma la realtà – soprattutto per chi ha uno sguardo complesso sul mondo – è molto meno binaria.

Penso, ad esempio, a Samuele, che ho conosciuto durante un laboratorio universitario. Aveva terminato da poco il suo percorso in Ingegneria, con voti alti e un curriculum già appetibile per molte aziende. La logica diceva: cerca un posto in una grande realtà, entra, metti un piede nel mondo del lavoro, inizia da lì. Ma lui aveva una passione vera per la divulgazione scientifica. Non sapeva ancora se sarebbe diventata una carriera, ma sapeva che, se l’avesse lasciata andare ora, difficilmente avrebbe trovato il coraggio di riprenderla in futuro.

Ha scelto, con fatica, di prendersi un anno per capire come costruire un ponte tra le due cose ed ha iniziato a collaborare con una start-up educativa, aprendo un canale social e frequentando in parallelo un corso di comunicazione visiva.
Non è stato né semplice né lineare, ma oggi sta portando avanti entrambe le dimensioni: fa consulenze tecniche part-time, e il resto del tempo lo dedica a progetti divulgativi che sentono la sua firma.

Vedi? Non è un “o questo o quello”. È un “come posso far dialogare le parti di me, anziché costringerle a competere?

🌱 Stabilità non è una resa

Spesso, soprattutto per chi è abituato a pensare in modo libero, creativo, non lineare, l’idea di stabilità viene vissuta come qualcosa che blocca, limita, imbriglia. Come se scegliere un lavoro più sicuro, accettare un contratto, costruirsi una routine più prevedibile significasse fare un passo indietro rispetto ai propri sogni.
Ma forse dovremmo iniziare a guardare la stabilità come una condizione fertile, non come una gabbia.

Quando ho conosciuto Lorenzo mi ha raccontato che, da sempre, sognava di lavorare nel teatro. Aveva studiato recitazione, scritto monologhi, frequentato laboratori, e per un periodo aveva provato a farne il centro della sua vita. Poi è arrivata una proposta concreta: un impiego redazionale in un piccolo editore, non particolarmente creativo, ma stabile. Ha accettato – più per necessità che per convinzione – con la sensazione di doversi, in qualche modo, arrendere.

Eppure, con il tempo, ha scoperto qualcosa che non aveva previsto: scrivere ogni giorno per altri, lavorare con le parole, rileggere testi e curare voci altrui, gli ha affinato il linguaggio, lo ha costretto a una disciplina nuova. Ha iniziato a scrivere testi suoi con maggiore precisione, a rimettere mano ai vecchi materiali teatrali, a riscoprire, dentro quel ritmo apparentemente “normale”, una sua forma di libertà.

La passione non è sparita: ha semplicemente trovato una forma più integrata.
Oggi scrive, dirige, e lavora part-time nell’editoria. Ha smesso di separare il suo lato creativo da quello professionale e ha iniziato a costruire un ecosistema in cui entrambe le dimensioni convivono, si nutrono a vicenda.
Non è diventato “meno artista”. È diventato un artista più capace di sostenersi.

Avere delle fondamenta, anche provvisorie, può voler dire dare a se stessi la possibilità di costruire con maggiore calma, senza l’ansia costante di dover farcela subito.
Stabilità può significare avere un tetto, un ritmo, una base economica che ti permette di dire sì ai progetti giusti e no a quelli che non senti. Non è una scelta di “minor valore”, è un modo per proteggere le parti più fragili e importanti di te.

Il punto non è mai stabilità o libertà.
Il punto è: che tipo di stabilità mi serve oggi per potermi sentire libero di crescere?
E, allo stesso tempo, quale libertà posso mantenermi anche dentro un contesto strutturato, se so chi sono e cosa voglio nutrire?

🌍 Futuro: lasciarsi uno spazio di movimento

Una delle cose che più spaventa, quando si è chiamati a “scegliere il futuro”, è l’idea che quella scelta debba definire tutto.
Ma non funziona così. Non più, perlomeno.

Viviamo in un mondo che cambia in fretta: nuove professioni, nuovi strumenti, nuove forme di collaborazione e creatività emergono ogni anno. Pensare che oggi tu debba decidere chi sarai per i prossimi vent’anni non è solo irrealistico, è anche profondamente limitante.

La vera sfida è imparare a fare spazio: a ciò che non sai ancora, a ciò che potresti diventare, a ciò che forse oggi ti sembra troppo lontano ma domani sarà una possibilità concreta.

E allora la domanda non è solo “cosa voglio diventare?”, ma che tipo di persona voglio essere mentre ci arrivo?
Voglio essere fedele a me stessa, ma anche pronta a spostarmi. Voglio riconoscere le mie priorità di oggi, sapendo che domani potranno cambiare. Voglio restare in movimento, perchè io sono movimento.

💬 Cosa vuoi fare davvero, a parte “decidere”?

Spesso restiamo immobili perché sentiamo che la decisione che dovremmo prendere è troppo grande per essere contenuta tutta insieme. E forse è vero. Ma questo non significa che non possiamo iniziare.

Inizia da una domanda, da un gesto piccolo, da una cosa che vuoi provare, anche se non sai se ti porterà da qualche parte. Non devi sapere tutto ora, devi solo permetterti di stare nella ricerca, senza smettere di ascoltarti.

👉 Qual è una cosa che potresti fare questa settimana non per definire il tuo futuro, ma per entrare più profondamente in contatto con ciò che ti sta davvero a cuore?

Cose che mi hanno fatto riflettere questa settimana

Lunedì scorso, mentre scrollavo su Instagram tra i soliti contenuti fatti di frasi generiche e inviti a “credere in sé stessi” (che, a dirla tutta, spesso passo oltre), mi sono fermata su un carosello. Era semplice, ma diretto.
Conteneva 15 frasi, presentate come “coppie di pensiero”: da una parte la voce della fatica, dall’altra quella del possibile cambiamento.
Il titolo diceva: Cambiare il tuo punto di vista può cambiarti la vita. Una frase che ho letto, sentito e ripetuto molte volte – anche in sessione con i miei clienti. Eppure, quella mattina, mi ha fatto fermare.

Ci sono parole che conosciamo così bene da crederle scontate. Ma quando ritornano nel momento giusto, non sono mai banali.
Così, durante la settimana, ho tenuto quelle quindici frasi lì. Le ho lasciate sedimentare. Le ho rilette nei momenti in cui la mia mente cercava di impantanarsi nel loop del “non è abbastanza”, “non sono sicura”, “è troppo presto”, “è troppo tardi”.

Quello che ti propongo qui, oggi, è di leggerle non come aforismi da incorniciare, ma come inviti al confronto con te stessa, con te stesso.
Alcune ti toccheranno, altre no.
Ma se anche solo una ti fa cambiare prospettiva anche per un minuto, allora ha già fatto il suo lavoro.

✏️ Quindici frasi, quindici prospettive

  • Ho fallito → Ho imparato
  • Odio la sveglia presto → Che fortuna potermi svegliare
  • È estenuante → Sto diventando più forte
  • Perché sta succedendo a me? → Che cosa mi sta insegnando?
  • Mi arrendo → Ci riprovo in un altro modo
  • Non ce la faccio → Posso resistere
  • È noioso studiare → Che fortuna poter imparare
  • Devo rifarlo anche domani? → Domani avrò un’altra occasione
  • Ho sbagliato tutto → Ora so quali errori non ripetere
  • È una giornata no → È solo un giorno, non tutta la vita
  • Non vedo risultati → Raccoglierò ciò che sto seminando
  • Ho rovinato tutto → Posso ricominciare da qui
  • Ho sprecato una giornata → Il riposo non è mai tempo perso
  • Non ho più nessuna certezza → Ho il potere di riscrivere la mia storia
  • Cambiare il tuo punto di vista può cambiarti la vita

🔍 E se cambiassi davvero punto di vista… cosa succederebbe?

Certe frasi non vogliono farti “sentire meglio”. Non servono a negare la fatica, né a bypassare il dubbio. Servono a farti spostare – anche di poco. Perché, a volte, per sbloccare un meccanismo bloccato non serve fare di più, ma guardare da un altro lato.

👉 Cosa succede se rileggi una difficoltà attuale con una di queste lenti?
👉 Quale frase ti dà fastidio, ti irrita o ti sembra ingenua? (Spesso è quella che tocca un punto sensibile.)
👉 Quale invece ti fa pensare: “Già, l’avevo dimenticato”?

Puoi anche sceglierne una e usarla come bussola per i prossimi giorni.
Non per convincerti che tutto vada bene, ma per trovare lo spazio in cui tornare a scegliere.

Lumina è la newsletter in cui ti racconto il mondo gifted dal punto di vista di chi gifted lo è e ha fatto della sua neurodivergenza uno strumento per aiutare altri gifted. Troverai storie ed esperienze, mie e delle persone che si affidano a me. Idee, suggerimenti, qualche strategia e molti fallimenti. Sentiti a casa, mettiti comodo e comoda, vuoi un caffè? Buona lettura!

📚Se vuoi leggere le puntate precedenti, le trovi qui.

🗣Se hai voglia di farla conoscere ad altri, sappi che ne sarò sempre onorata!

🔗Se vuoi seguirmi sui social mi trovi qui: LinkedInInstagramFacebook .

🎙Sai che ho co-creato un podcast che parla di plusdotazione? Lo trovi qui.

.conoscerti sarà un piacere