Lumina n. 27

6 Apr 2025

Come si spiega un’idea che non esiste ancora?

Tutto è partito da una domanda che mi ha colpita durante una sessione con un imprenditore gifted. Una di quelle restituzioni personali che restano lì, anche dopo i saluti finali:

“Come faccio a descrivere le mie idee al team in meno tempo e più concretamente? Perché ogni volta che ci provo, bene che va rimangono perplessi. Ma più spesso mi sembrano restii a seguirmi. E finisce che inizio ad innevorsirmi…”

Ne ho parlato pochi giorni fa in questo post. Ma oggi voglio tornarci sopra, in uno spazio più ampio, con più tempo per sostare tra le pieghe.

Perché non è (solo) un problema di comunicazione. Non si tratta semplicemente di “imparare a semplificare”.
È qualcosa di più viscerale: un cortocircuito tra struttura cognitiva e tempi relazionali.

🌪 Quando pensi in architetture, ma il mondo ragiona in sequenze

Per chi ha una mente ad alta intensità, presentare la propria attività o un’idea progettuale può trasformarsi in un campo minato. Non perché l’idea non sia chiara – al contrario: nella tua testa è già interamente costruita, solida, coerente, bella. Il problema è che… è troppo interamente costruita.

Chi ti ascolta non ha accesso alla mappa completa. Entra da una porta laterale e si trova subito in un labirinto. E allora succede quello che conosci: sguardi vuoti, commenti vaghi, risposte scettiche o (ancora peggio) entusiasmi fasulli che evaporano dopo dieci minuti. E tu, nel tentativo di colmare il divario, aggiungi dettagli, ramificazioni, spiegazioni, finendo per allontanarti ancora di più dai concetti essenziali, i soli utili in quel momento.

Il punto non è che “parli troppo”. È che parli da un altro livello. Ed siamo tutti d’accordo che questo non va modificato, ma trasformato a vantaggio nostro e della nostra comunicazione.

🌉 Ponte o barriera?

Chi è gifted spesso ragiona per iperconnessioni: ogni concetto evoca strutture, ogni dettaglio è il vertice di una rete. Ma chi ti ascolta ha bisogno di una linea, non di un reticolo. Ha bisogno di un punto di ingresso, non dell’intero edificio.

Questo non significa “banalizzarsi”. Significa costruire un ponte. E allora la domanda vera diventa: “Come posso rendere visibile solo l’essenziale, senza tradire la complessità?

✍️ Strategie per comunicare visione senza rinunciare a sé

🌱 Parti dal cuore dell’idea

Ogni progetto ha un battito, un’urgenza originaria. Prova a cercare quella. Non “cosa faccio”, ma “perché non riesco a non farlo”. Quella è la frase che arriva, anche a chi non ha strumenti tecnici per capirti.

E poi, sì, allena anche la chiarezza, a partire da tre domande base che possono aiutare:

  • Cosa voglio fare? → una frase essenziale.
  • Perché è importante? → un beneficio concreto per qualcuno.
  • Da dove si comincia? → un primo passo, reale.

L’idea è troppo complessa per stare in sole tre domande? Rifletti per strati. E ogni volta che un nuovo strato emerge, chiediti:
“Cosa manca ancora?”. Fino a quando la forma non sarà all’altezza dell’intenzione.

🧩 Immaginiamo che tu …

🧭Cosa voglio fare?
Voglio offrire servizi di brand identity per freelance e piccole attività. Cosa manca ancora? Voglio aiutare persone che lavorano in proprio a raccontare in modo visivo chi sono, cosa fanno e perché lo fanno. Cosa manca ancora? Voglio costruire con loro un’identità che sia riconoscibile, ma anche autentica, senza costringerli a sembrare qualcun altro.

💡Perché è importante?
Perché molte persone valide non riescono a spiegare bene il proprio valore. Cosa manca ancora? Perché oggi si giudica in pochi secondi: se l’immagine non parla chiaro, rischi di essere frainteso o ignorato. Cosa manca ancora? Perché un’identità visiva fatta bene può trasformare la percezione che hai di te e quella che gli altri hanno di te.

🛠Da dove si comincia?
Si comincia con una chiacchierata: ascolto la persona, il suo tono di voce, i suoi valori, le sue esitazioni. Cosa manca ancora? Si comincia con una moodboard condivisa, un’idea visiva grezza, da usare come prima base. Cosa manca ancora? Si comincia creando un piccolo kit di comunicazione (colori, font, logo) che la persona possa già usare, anche in modo semplice.

E così via. Fino a quando non senti di aver raggiunto la chiarezza necessaria per presentare o concretizzare la tua idea.

🧠 Fai leva su immagini, storie, appigli sensoriali

Non serve un lessico più semplice. Serve un contesto che faccia sentire le persone dentro la tua visione. Le metafore, le analogie, gli esempi narrativi servono a questo: non a ridurre, ma a trasportare.

“Un algoritmo basato su reti neurali” può diventare “Uno strumento che riconosce affinità invisibili, un po’ come se un talento nascosto venisse notato subito.” Stai traducendo? No. Stai aprendo una porta. La vedi, vero?

🤝 Cerca un traduttore, o diventane uno

Se hai accanto una persona capace di rendere il tuo pensiero accessibile, valorizzala. Chi sa fare da ponte tra la visione e la realtà è un alleato prezioso.

Ma puoi anche allenarti a diventarlo tu, senza perdere la tua profondità. Racconta le tue idee a qualcuno che ti vuole bene, ma ancora non ha chiarezza sul tuo lavoro. Osserva dove si perde, dove si accende. Ogni esitazione è un indizio, ogni domanda una chiave. Renditi visibile a chi ti ama, questo ti rafforzerà per esserlo con chiunque.

COSE CHE HO CAPITO QUESTA SETTIMANA

La vera leadership creativa non è imporre la propria visione, ma trovare il modo di mantenerla viva mentre si attende che gli altri la raggiungano.

Il tempo relazionale, per chi è abituato a pensare nel futuro, può sembrare un rallentamento. Ma forse è proprio lì che si gioca l’impatto vero: nella capacità di stare, senza bruciare tutto per impazienza.

Anche nella comunicazione, il silenzio, il taglio, la pausa sono gesti attivi. Dire meno può significare ascoltare meglio.
E quante volte è l’ascolto a rendere possibile il cambiamento, vero?


🎧 Se ti riconosci in queste dinamiche e il tema della comunicazione ti tocca da vicino, sto preparando uno spazio dedicato proprio a questo: aiutare chi ha una mente ad alta intensità a esprimere la propria visione in modo chiaro, autentico e potente, senza doverla semplificare o adattare troppo.

📩 Se ti interessa ricevere più informazioni, puoi semplicemente rispondere a questa mail e indicarmi se preferisci un percorso individuale o in piccolo gruppo.

Il tuo feedback sarà prezioso, e sarai tra le prime persone a sapere quando il progetto prenderà forma!

Lumina è la newsletter in cui ti racconto il mondo gifted dal punto di vista di chi gifted lo è e ha fatto della sua neurodivergenza uno strumento per aiutare altri gifted. Troverai storie ed esperienze, mie e delle persone che si affidano a me. Idee, suggerimenti, qualche strategia e molti fallimenti. Sentiti a casa, mettiti comodo e comoda, vuoi un caffè? Buona lettura!

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